Storie post n°5: Festa Artusiana



La scorsa settimana si è svolta a Forlimpopoli la “Festa Artusiana”, manifestazione incentrata principalmente sull'enogastronomia, con in più l’inserimento di eventi musicali, spettacoli, espositori di prodotti tipici e bancarelle in genere. Chi vive in Romagna sa bene che è ormai diventata una tradizione, infatti viene organizzata dal 1997.
Come suggerisce il nome e come vi ho anticipato nel mio post precedente, è un evento in onore di Pellegrino Artusi autore del primo trattato gastronomico dell’Italia unita cioè “La scienza in cucina e L’arte del mangiar bene”. Questo libro ha un approccio di tipo scientifico alla cucina, infatti tutte le ricette sono state sperimentate dall’Artusi ed i suoi cuochi, a volte provando e testando più volte. Le ricette, divise per sezioni, toccano tutte le portate e gli accompagnamenti di un pasto come si deve: principi (antipasti), minestre, salse, paste e pastelle ecc.

Quello di oggi è un post più che altro fotografico della mia esperienza di quest’anno alla Festa, tra ottimo cibo, allegria, buon vino e acquisti bio nel contesto di una manifestazione che negli anni non delude mai.

Le principali attrazioni sono i ristorantini che aprono per le strade del paese solo in occasione della Festa, che, per tradizione, hanno nel menù anche piatti presi dal manuale dell’Artusi.
 Il primo che ho provato è stato quello delle “Mariette” un’associazione nata in onore di Marietta Sabatini una dei due cuochi che hanno lavorato per l’Artusi. Le Mariette sono specializzate nella cucina emiliano-romagnola quindi nelle paste fresche al mattarello, nella piadina e in generale in tutto ciò che è tradizionale.

Summer Berry Cake


La mia esperienza di pasticcera mi ha portato a dividere i dolci in due categorie. La prima è quella dei dolci più scenografici o decorati, torte a piani, soufflé, pavlove, ecc. che sono bellissimi ed indicati per feste, ricorrenze, compleanni, insomma il tipo di dessert che non sono da tutti i giorni. L’altra categoria comprende i dolci veloci e “da tutti i giorni”, sono tanto gustosi quanto quelli più elaborati, ma facili da preparare. Sono perfetti quando si ricevono ospiti inaspettati, sono ottimi con tea o caffè e soddisfano le voglie improvvise di dolce.

Anche se mi piace preparare anche dolci elaborati (e col tempo li condividerò con voi sul blog), ho notato che finora vi ho proposto dolci della categoria “one bowl” cioè dove tutti gli ingredienti vanno mescolati nella ciotola, niente di più. La Torta Nutella e Caffè, la BrowniePie e i Blondies fanno parte di questa categoria. Questo perché tra lavoro, gli amici ecc. ho tempo di preparare solo questo tipo di dolci. Penso che molti di voi lettori abbiano lo stesso problema, magari avete una famiglia, un lavoro e un sacco di commissioni da sbrigare, quindi è possibile che preferiate ricette veloci.

Guest post n°4: Borscht



Mantengo la promessa che vi ho fatto nel nostro ultimo guest post dal Botswana e vi propongo un'altra ricetta da "il resto del mondo". Oggi il nostro post è dedicato a Sergey e alla sua ragazza Jenya da Mosca, Russia. Com Ot, Sergey ha fatto parte della classe 2013-2014 del programma PROLAW. Come "program assistant", mi sono state poste dagli studenti un sacco di domande: "Puoi aiutarmi a trovare casa?" "Cosa serve per ottenere il permesso di soggiorno?" e "Quando sarà pronto il mio permesso?" sono le domande più comuni. Una delle mie prime conversazioni con Sergey, invece, includeva la richiesta più strana che mi sia mai stata fatta: "Dove posso fare un'assicurazione sulla vita?" Non voleva praticare il suo sport preferito, il paracadutismo, senza averne una.
Impressionante, non credete? Se il suo essere un avvocato che fa paracadutismo non fosse abbastanza, sappiate che Sergey ha anche viaggiato praticamente tutto il mondo (ha vissuto anche in India, ha una moto che qui a Roma gli ha permesso di evitare il traffico e sa cucinare il ragù alla bolognese. E' diventato uno dei miei più cari amici qui a Roma, sempre presente alle nostre serate "Game of Thrones" ed è anche l'assaggiatore non ufficiale delle mie creazioni per il blog. Molto spesso gli avanzi sono tornati a casa con Sergey ed il suo motorino. Lui è una delle persone più divertenti ed intelligenti che io conosca, ed è stato un di grande aiuto per me e mia sorella qui a Roma.



Filetti di Maiale alla Griglia con Pomodori al Radicchio


Come vi ho già spiegato, nella mia famiglia c’è una solida tradizione culinaria. Non saper cucinare, soprattutto per le donne,  non è un’opzione possibile. Mangiare ogni giorno cibo preparato fresco, senza ricorrere a piatti pronti o surgelati , è la prassi. Non sempre però a casa mia è stato così, e quindi è scattato l’allarme.

Mia nonna ha sempre vissuto in casa con noi e così mia mamma, a differenza delle mie zie, non ha mai cucinato, fino al giorno in cui mia nonna è venuta a mancare. L’inevitabile tristezza per questo avvenimento improvviso era accompagnata da scatolette di tonno, bastoncini di merluzzo surgelati e pasta rigorosamente di semola. Dopo alcuni giorni in cui io, mio babbo ed i miei affamatissimi fratelli non abbiamo osato protestare e scontrarci con la permalosissima padrona di casa, è nata un iniziativa che ha cambiato la nostra vita: “Salva anche tu la Famiglia Bazzocchi donandole una ricetta!”.

Storie post n°4: Diga di Ridracoli!


Come spesso accade le uscite senza grandi progetti iniziali si rivelano le più divertenti. Così è successo domenica scorsa per me ed i miei amici. “Ritrovo alle 10. Non si sa dove andremo!” Dopo aver consumato una sostanziosa colazione in pasticceria abbiamo optato per la diga di Ridracoli, nonostante il tempo non fosse dei migliori.


Guest post n°3: Pollo ai peperoni e patate dolci di Ot!


Da circa due anni lavoro per la Loyola University di Chicago qui a Roma, in particolare per il programma “PROLAW”. Il PROLAW è un master in legge più precisamente in “Ruolo della legge nello sviluppo”, creato per preparare i suoi laureati ad esercitare la professione di avvocato nel loro paese d’origine. Ogni anno questa università prepara 20 studenti, provenienti da tutto il mondo, con cui io ho il piacere di lavorare da Settembre fino ad Aprile. Questi studenti, dall’Armenia, Kosovo, Etiopia, Egitto, Ucraina, Russia, Messico ecc. fanno si che il mio lavoro abbia anche un risvolto divertente ed interessante. Ho imparato alcune parole in nepalese, so quanto è importante la “carne asada” nel nord del Messico e ho imparato diverse cose sul “Islamic festival of Eid”. Non sto a dirvi quanto fare la loro conoscenza sia importante per me e so anche che la mia esperienza a Roma non sarebbe così speciale senza di loro.

Le nostre amicizie hanno toccato anche la sfera della cucina. E’ stato interessante scoprire i piatti tipici dei loro paesi d’origine, cosa pensano del cibo italiano ed qual è il piatto che più gli manca della cucina “di casa”. Nei prossimi Guest Post condividerò con voi le storie dei miei amici/studenti e le ricette della loro cucina. Il primo, quello di oggi, è dedicato a Otsetswe (o Ot, come la chiamiamo noi) dal Botswana.

C’è un’espressione, in italiano, che di cui devo ancora trovare una traduzione che calzi in inglese, “in gamba”. Wordreference.com la traduce come “to be very capable”, ma non da proprio il senso dell’espressione. Anche se non sono riuscita a trovare un’espressione linguistica posso presentarvi l’equivalente in carne ed ossa: Ot, che è stata una studentessa della classe 2013-2014 della “PROLAW”, è una delle persone più in gamba che io conosca. Ha 29 anni ed è già un avvocato, lavora nel “Legislative Drafting Division of the Attorney General's Chambers” in Botswana, si è candidata per la laurea magistrale  in “Ruolo della legge nello sviluppo” ed è sposata con figlio di 3 anni. E’ anche tra le persone più divertenti, alla mano, gentili ed intelligenti che io abbia mai conosciuto. Abbiamo legato sin dal primo giorno di lezione nel Settembre scorso, è diventata un capo saldo della classe dove ho insegnato (arrivava sempre in anticipo per prendere posto in prima fila), è stata la mia compagna di pranzo alla mensa dell’università e mi ha anche consigliato diverse ricette e trucchi in cucina. So per certo che anche i suoi compagni di classe la pensano esattamente come me sul suo conto, era molto rispettata ed ammirata in classe, tanto che è stata anche scelta come “speaker” per la cerimonia di fine anno. E’, insomma, semplicemente fantastica.

Brownie Pie




Preparo dolci da all’incirca 12 anni, ed ho creato un mio repertorio: ho fatto tanti tipi di cheesecake, sono riuscita a preparare il famoso soufflé al cioccolato con cuore morbido e so preparare anche diversi tipi di gelato senza problemi (di qualsiasi tipo lo vogliate! Ne ho preparati 15 gusti!) Ma tutti questi dolci più “eleganti” possono essere oscurati da una più umile Brownie Pie.
Questa torta ha segnato la nascita del mio amore per la preparazione di dolci, infatti è il primo dessert che ho preparato da sola a 13 anni.
Quell’anno in particolare, volevo rendermi utile per la preparazione del pranzo di Pasqua; lavare i piatti e preparare la tavola era diventato un po’ troppo noioso per me, in più nella mia famiglia, chi cucina non lava i piatti. Ho preso questa ricetta dalla collezione di libri di cucina di mia mamma (che occupa un’intera libreria, ed oltre), qui era chiamata “Chocolate Pie”.

Piadina


La piadina in Romagna è molto più di un sostitutivo del pane. La piadina è un'istituzione! Come gli Umpalumpa amano il cioccolato puro, come i Cinesi non vivono senza riso, gli Indiani che Indiani sarebbero senza le spezie?! Così non esistono Romagnoli che non adorino la piadina. Parafrasando una famosa pubblicità: "Che Romagna sarebbe senza piadina e crescioni?!" (Per chi non lo sapesse il crescione è sempre piadina chiusa a calzone.) La piada sta bene con tutto. Dolce, salato, agrodolce, salse, formaggi, marmellate e chi più ne ha più ne metta. Per noi è anche un business, in Romagna ogni 2 km quadrati c'è un chiosco di piadina. Esistono piadine semplici, farcite con affettati e formaggi o crescioni (chiamati anche cassoni, cosa che a Bertinoro, il mio paese, non è concepibile) che possono essere ripieni di pomodoro e mozzarella, zucca e patate, fricò, erbe di campagna ecc. Poi c'è la piada fritta, che non si trova proprio dappertutto, è più comune in Emilia con il nome di gnocco fritto. Ci sono anche le piadizze, piadine sottili, stese e farcite come se fossero pizze. Ultima, ma non meno importante, c'è la piadina dolce. Si, perché già la piadina semplice si sposa perfettamente con la Nutella e le marmellate, ma la piada dolce, quindi con l'aggiunta di zucchero nell'impasto, è già così com'è una bomba! 

Cheesecake Bars Variegate al Cioccolato


Quando la gente viene a conoscenza che mipiace preparare dolci, spesso mi pone questa domanda: “Qual’è la tua specialità?”

Nonostante ci siano diversi dolci che mi piace preparare, il dolce che mi viene più richiesto da amici e parenti (soprattutto da mio cugino Dylan) è senza dubbio il cheesecake, negli ann ine ho preparati tanti e di diversi tipi. Abitando in Italia ho scoperto che “la cheesecake” è qualcosa per cui gli italiani vanno pazzi, ma non tutti sanno come si prepara. Ho anche capito che la cheesecake per gli italiani è un po’ diversa da come la prepariamo noi americani.
Come potrete immaginare la mia ricetta è quella della classica cheesecake americana, con il formaggio spalmabile (o del “Philadelphia” come lo chiamano in Italia) zucchero,uova, estratto di vaniglia, tutto messo al forno con una base di biscotti. Essendo la base del cheesecake così semplice, mi piace vederlo come un foglio bianco su cui sbizzarrirmi e creare diverse varianti. Per esempio, modificando un po’ gli ingredienti  si può creare un “tiramisù cheesecake, il cheesecake con gocce di cioccolato”, il “ cheesecake al cocco”, “l’oreo cheesecake”, il “cheesecake alla vaniglia” o il “cheesecake al caramello” e molti altri ancora. Ci si può adattare alla stagione e farlo con  il “peppermint” o il “gingerbread” per Natale.  In pratica il cheesecake va sempre bene, non importa la ricorrenz, è un dessert tipicamente americano ed è buono, goloso e delizioso.

Supplì all'Amatriciana





Ormai vivo in Italia da circa 4 anni, ho visitato molte città e luoghi, Firenze, Verona, Milano, Torino, Venezia, Matera, il lago di Como, la Sardegna, la Calabria, Pisa, Rieti, Tivoli, Urbino e Orvieto sono soltanto alcuni dei posti che ho avuto la fortuna di vedere. Oltre ad avermi dato la conferma che l’Italia è il paese più bello del mondo, i miei viaggi mi hanno aiutato ad avere tante informazioni sulla cucina italiana. Sapevo già che tutto il cibo italiano è eccezionale, ma ho anche capito che è molto regionale. I piatti dipendono dal clima, dai prodotti tipici e anche dalla storia del posto in cui ti trovi. Ho potuto assaggiare un fantastico risotto alla milanese a Milano, dei delicati gnocchetti sardi in Sardegna, delle deliziose orecchiette con le cime di rapa a Matera e la mitica piadina la piadina in diverse località come Rimini Bologna e Bertinoro (a casa di Glo).